LA CASA DEL TANO
LA CASA DEL TANO
RESTAURO CASA IN PIETRA CON TETTO IN CANNA PALUSTRE
10 maggio 2010
Il progetto si sviluppa da un’idea di fondo di architettura sostenibile ed ecocompatibile, di cui ci si propone come fautori , che punta ad una costruzione ad elevato risparmio energetico coniugato con l’uso di materiali sani ed a basso impatto ambientale.
Di conseguenza a quanto esposto sopra il progetto della Corte Tezze è caratterizzato:
---- Dall’uso di metodologie tradizionali e di conservazione delle caratteristiche storico culturali locali nonchè morfologiche ed ambientali che possano portare alla riqualificazione del luogo .
---- Dall’uso di materiali autoctoni , tradizionali e di basso impatto ambientale meglio se di facile reperibilità sul luogo .
---- Dall’uso di materiali costruttivi , componenti e finiture che non contengano o determinino sviluppo di componenti tossici
---- Dalla preferenza di uso di materiali ritutilizzati e/o riutilizzabili
---- Dalla ricerca del risparmio energetico con utilizzo di fonti rinnovabili ed acque piovane
---- Dall’uso di metodologie che garantiscano il comfort, il benessere e la salute dei fruitori
Il progetto parte dalla rimozione di tutte quelle parti incongrue e deturpanti comunque non consone agli edifici della presente corte Tezza che nel tempo sono stati inseriti .
Lo scopo principale è quello di un recupero degli immobili rispettoso del contesto e della storicità dei luoghi con riproposizioni di antichi e tradizionali usi locali , sempre rapportati alle esigenze attuali di vita, e con metodologie costruttive di tipo artigianale ,manuale tipico del buon costruire .
Il comfort ambientale è stato posto al primo piano unitamente all’uso di tecnologie e materiali non inquinanti e non pericolosi per gli abitanti .
Una delle prime cose che si percepisce all’avvicinarsi è un qualcosa che si differenzia dalle altre costruzioni dell’intorno : il colore e la matericità dell’involucro .
Per quanto riguarda la copertura , memori degli antichi costumi cimbri e della lessinia in generale è stato previsto un tetto in “canel mantoan” ( canna palustre ) come si usava una volta e dei quali si è oramai quasi persa testimonianza se non per pochi e sparuti esempi .
Una struttura primaria con travature originali in castagno selvatico ( salvego castagnar) supporta una seconda orditura in travi eseguiti in loco da varietà differenti di alberi locali tagliati e scortecciati sul posto. Sulle strutture così predisposte si posano a strati legati , pressati e battuti fascine di canna palustre a formare uno spessore di circa 30 centimetri congiungendo le falde sul colmo con un mirabile intreccio opera di artigiani esperti o per meglio dire veri e propri artisti .
Tale copertura fornisce un elevatissimo isolamento termico , una leggerezza impensabile per una copertura di altro tipo con evidenti guadagni da un punto di vista statico congiunte ad una traspirabilità eccezionale .
Le coperture in paglia di cerali o di canniccio da palude proveniente dalla pianura erano usate molto in lessinia specialmente nella parte orientale . I tetti in “canel” permettevano che l’edificio respirasse ma non lasciavano passare la pioggia : infatti grazie alla giusta inclinazione le gocce d’acqua scorrevano lungo le canne ( la se tol drio ) passando magari da una all’altra senza tuttavia cadere all’interno. In tempi remoti le case di montagna , da queste parti, non possedevano camini ed il focolare era posto nella stanza senza una precisa collocazione ed appunto i tetti in paglia permettevano di trattenere il calore lasciando uscire lentamente il fumo che impregnava le canne .
Lo sporto di gronda è caratterizzato dal riposizionamento di pietre di recupero ( andate perdute e demolite nel tempo ) come da consolidata tradizione, fissate con zanche alla muratura in pietra in continuità con l’esistente.
Le murature di facciata precedentemente liberate dalle malte cementizie non coeve ed incongrue appaiono con pietra locale dai toni giallo-rosati . Con un lavoro da abile artigiano , una volta pulite le connessure e liberati i giunti delle pietre le murature portanti sono state consolidate dapprima mediante imbibizione con iniezioni di boiacche di calce pura NHL5 ed acqua e conseguentemente con opere di rilegatura dei paramenti con la tecnica del “cuci scuci “ eseguita con pietra locale e sempre malta a base di calce naturale e sabbie lavate per finire con la rifugatura delle pietre con grassello , sabbia e terre colorate per armonizzare con il colore delle pietre e delle malte antiche.
Tale lavorazione , di lenta esecuzione e dalla manualità memore di antichi ricordi , risulta estremamente necessario per la riuscita dell’intervento restituendo non poche soddisfazioni sia agli esecutori ma soprattutto a chi ne ammira il risultato .
Dove necessario sono state ricostruite intere porzioni di muratura usando i materiali provenienti dalla loro demolizione e malte di allettamento sempre con calci naturali di sicura provenienza e composizione.
Nel volume centrale la riproposizione di due coppie di finestre con elementi lapidei tipici del posto di misura uguale a quelle presenti già nello stesso locale sul prospetto Nord conferisce alla facciata una nuova connotazione di nuovo inserimento ma nello stesso tempo tali elementi si integrano perfettamente rapportandosi con gli elementi antichi in modo naturale .
Le pietre ( laste ) che ne costiuiscono i contorni sbordano dalla sagoma del muro fornendo nella parte alta un aggetto caratteristico della cultura ed architettura passata . Tale elemento che caratterizzava le corti montane era usato per la dimora di caratteristici alveari per le api .
Questa infatti ne sarà la loro funzione : arnie costiuite da ceste intrecciate di forma cilindrica , alcune di recupero ed altre di nuova fattura , verranno poste in essere per ricreare questa arcaica tipologia di allevamento apiario.
Per la porzione dell’edificio verso valle che ( al momento di scrivere questa breve relazione ) risulta essere semidiroccata si prevede la ricostruzione come serra/giardino d’inverno ad uso cucina al fine di aumentare la captazione solare , specialmente nei periodi invernali per di migliorare il clima interno dell’abitazione .
Sono stati previsti opportuni accorgimenti che , in conformità con le normative antisismiche , conferiscano all’edificio la necessaria solidità senza stravolgerne le caratteristiche costruttive od architettoniche . Pertanto, banditi tutti i cordoli rinforzi e travature in cemento armato , si è lavorato in maniera più dolce e consona ad un edificio costruito in muratura in pietra e solai di legno .
Si è iniziato , una volta effettuato il consolidamento delle murature , con l’ inserimento di tiranti metallici ai vari livelli per il collegamento delle murature tra di loro : tali tiranti hanno capichiave in metallo di ancoraggio ai muri opportunamente dimensionati .
I solai di copertura sono stati analizzati e verificati con la sostituzione di travature non idonee perché sottodimensionate e/o ammalorate ,( le varie travi vanno collegate tra di loro con lame metalliche) mantenendo il più possibile quanto ancora riutilizzabile.
Successivamente anche i solai interni in legno sono rinforzati con : A) inserimento di ulteriori travature in modo da dimezzare l’interasse esistente B) esecuzione di un ulteriore assito posato ortogonale all’esistente e fissato con viti C) esecuzione di ancoraggi metallici sulle travature per collegamento del solaio ligneo con le murature perimetrali.
Un occhio di riguardo è stato tenuto per il risparmio energetico e l’uso energie alternative .
Innanzitutto , vista la scarsa efficienza termica caratteristica degli edifici in pietra , si è pensato all’isolamento dell’involucro. Per la copertura non ci sono stati problemi vista la già citata alta capactà della canna palustre adottata , per i muri perimetrali che si volevano conservare con la pietra a vista potendo procedere all’esterno con opere di isolamento è stato progettato un sistema all’interno dell’edificio.
Tale sistema prevede dapprima un rinzaffo di malta di calce naturale termica “Diffutherm TCS” con doppio effetto di consolidamento della muratura e di isolamento ( U=0,055) con anche effetto di evitare formazione di condensa sul successivo strato di isolamento . Successivamente sono posati in due strati , previa apposizione di moraletti in legno di contenimento , pannelli termoisolanti naturale in fibra di legno prodotto con scarti di segherie di conifera per un totale di 8 cm.
Completerà il pacchetto un pannello di legno e magnesite da 9 mm. di supporto all’impianto di riscaldamento a parete annegato nell’intonaco di argilla cruda a finitura .
Particolare e di sicura efficienza l’impianto di riscaldamento a parete Hypothermos fornisce un comfort ambientale eccezionale. Il sistema con tubazioni in rame annegate nell’intonaco nelle quali passa acqua a temperatura relativamente bassa permette un riscaldamento di tipo ad irraggiamento senza movimento di aria e polveri , l’asciugatura dei muri evitando presenza di umidità e fornendo un volano termico dato dalla massa in cui le tubazioni sono annegate .
A fornire una elevata sensazione di benessere è inoltre l’intonaco in argilla . La terra cruda è un materiale naturale che, senza processi chimici di trasformazione e senza grandi apporti di energia, diventa un pregiato materiale di costruzione. La terra cruda assorbe e cede l’umidità non genera allergie ed è facile da usare consentendone inoltre un facile riciclo.
L’impianto di produzione di acqua calda e riscaldamento prevedono l’utilizzo di generatori a bio massa ( caldaia a legna , stufe , termocucina) che unitamente agli accumuli necessari provvedono al fabbisogno dell’edificio .
Lo smaltimento delle acque reflue è pensato con il riuso delle stesse tramite elementi per il loro filtraggio e depurazione del tipo naturale .
L’intero ciclo dell’acqua dalla captazione meteorica allo smaltimento e depurazione viene affrontato con tecniche dolci che impiegano materiali ecocompatibili ed imitano i processi naturali . In vasche apposite con l’ausilio di piante e l’ energia del sole si crea un piccolo ecosistema ad imitazione di quelli naturali aperti che provvede all’assorbimento delle sostenze nutrienti degli scarichi .
Fonti alternative di produzione di energia ( solare termico , fotovoltaico ed eolico ) che andranno ad integrare quanto sopra sono allo studio ma con la loro localizzazione negli altri edifici dell’intervento
L'area si inserisce nei Monti Lessini centro orientali, in particolare nella Valle d'Illasi a nord ovest del capoluogo di Badia Calavena sul versante destro della valle culminante in località S.S. Trinità (916 m), il quale assieme ad altri rilievi origina la dorsale che separa la Valle d'Illasi dalla Valle di Mezzane.